Perché si è assaliti dalla paura di immergersi nelle acque aperte?
Nell’ultimo decennio molti nuotatori hanno abbandonato le corsie della piscina e si sono allenati e hanno gareggiato nelle acque aperte del mare.
Le gare in acque aperte si sono, infatti, tenute come disciplina sportiva, per la prima volta durante le Olimpiadi 2008, tenutesi a Pechino.
Però, sono ancora tanti i nuotatori esperti che, per paura, scelgono di non immergersi nelle acque aperte.
Spesso, scelgono così perché durante l’anno non hanno a disposizione luoghi dove allenarsi in maniera costante.
Proprio il fatto di non essersi potuti allenare, di non conoscere bene quelle acque, genera la talassofobia.
Il nuotatore, per affrontare le sue paure in acque aperte ha bisogno di valutare, conoscere e tenere ben presente a cosa può andare incontro.
Prima di imbattersi in acque marine bisogna documentarsi sul percorso da compiere e sui pericoli che insistono su quelle acque e se ci sono stati incidenti per chi ha partecipato precedentemente.
La maggior parte delle volte si tratta di paure senza riscontri.
Se, piuttosto che l’attacco di uno squalo, si ha paura di annegare o di essere colti da malori e crampi improvvisi, si può far fronte a queste paure con un’adeguata preparazione.
Tutto va pianificato, studiato e preparato nel migliore dei modi prima di cimentarsi nel nuoto in acque aperte.
Naturalmente si è sempre accompagnati da un coach e va tenuto conto delle proprie condizioni fisiche.
Prestando cura e attenzione a questi fattori si può partecipare alle gare con maggiore preparazione e un po’ di sicurezza in più.
Però tutto parte dalla mente, è richiesto molto autocontrollo e gestione dei nervi, e, soprattutto, controllo della paura.
Si ha paura di nuotare nelle acque aperte perché l’uomo teme ciò che non è controllabile e le acque libere sono da sempre considerate un luogo potenzialmente pericoloso.
Si configurano, infatti, come acque buie, profonde, minacciose e piene di pericoli.
Le acque del mare non sono così spaventose come nell’immaginario di alcuni, altrimenti nessuno praticherebbe questa disciplina.
Quando l’acqua è limpida è anche possibile osservare i fondali evitando di imbattersi in piccoli pericoli, e ostacoli come le meduse, il cui attacco può costringere a dover rinviare la sessione di allenamento.
Essere seguiti da un coach può aiutare a sentirsi più calmi e sicuri.
Laddove non sia possibile farsi seguire da un esperto, un valido aiuto psicologico, e non solo, è rappresentato dalla boa di segnalazione.
La boa di segnalazione, infatti, avvisa le imbarcazioni nelle vicinanze che c’è un nuotatore in mare.
Inoltre, questa sacca galleggiante può essere anche utilizzata dal nuotatore per appoggiarsi e riposarsi un po’ al bisogno.
Più si pratica questa disciplina, più si superano le paure e più ci
si abitua e ci si concentra sulla gara.
La paura va affrontata e sconfitta gradualmente.
Negli allenamenti in mare, le prime volte si possono alternare le bracciate in stile libero con nuotate nello stile della rana, per affaticarsi di meno e riuscire a gestire meglio eventuali crisi d’ansia.
Occorre una gran forza di volontà per vincere le paure delle acque aperte.
Per scacciare i timori che si hanno nei riguardi delle acque libere, poiché non sempre è possibile allenarsi in acque aperte, lo si può fare in piscina, perfezionando la tecnica di nuotata, incrementando i ritmi di intensità e velocità e concentrandosi maggiormente sugli appositi esercizi di respirazione per calmare gli stati d’ansia, eseguendoli almeno un’ora al giorno.
Una volta capito e progettato bene il proprio percorso, di sicuro, ci si può immergere in acque libere e lasciarsi trascinare e appassionare da questa travolgente disciplina.
Abbigliamento.
Per immergersi in acque aperte va indossata una tenuta idonea e confortevole.
Un aspetto molto importante, da non sottovalutare, perché evita di incorrere e imbattersi in situazioni di fastidio che potrebbero generare paura e crisi di panico.
È consigliato l’uso della vasellina e costumi comodi ed ergonomici, che sia un costume o una muta.
Se viene indossata una muta di misura errata o di scarsa qualità possono insorgere problemi di sfregamento con la pelle, a prescindere dall’uso della vasellina.
La vasellina va applicata sia sotto le ascelle che sul collo e sui muscoli trapezi perché le acque aperte sono molto abrasive per via del sale che contengono.
È da preferire l’utilizzo di vaselina in tubetto, più facilmente applicabile.
Inoltre, se ci si allena di estate vanno applicate creme protettive per il sole che non ungano.